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La scoperta della vittima, contrariamente a quanto viene spesso sostenuto non è un fatto recente e non si ascrive alla metà del secolo scorso1 con l’affermazione della vittimologia come scienza separata dalla criminologia e dalle altre scienze aventi per oggetto lo studio del reato e del delinquente. In questa ottica, le riflessioni che prendono le mosse dallo studio del delinquente, proprie della Scuola positiva, e più in generale tutti gli studi sulla vittima precedenti alla metà del secolo scorso, finiscono per essere al limite delle premesse, senza che ad esse si
riconosca il ruolo di contributo scientifico a tutti gli effetti. Come si cercherà di dimostrare in questo studio, in realtà il problema è molto antico e conoscerne le origini contribuisce ad una più approfondita comprensione del ruolo della vittima anche in apporto al processo penale.

Il dibattito che riguarda il problema della vittima nel processo penale e più in generale all’interno dell’ordinamento giuridico, affonda le proprie radici non solo nella scelta tra sistema accusatorio, inquisitorio o misto, ma ha motivazioni ancora più profonde e lontane. Il modo in cui oggi si legge la coppia concettuale vittima e vulnerabilità può apparire quasi una ripetizione quando non un’endiadi: tuttavia solo nell’esperienza della giustizia penale tardo ottocentesca si riscontra un vivace interesse per la vittima e contemporaneamente per il delinquente….Continua a leggere

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