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Pasquale Stanislao Mancini, fuggito dal Regno di Napoli nel 1849 e accolto a Torino, fu uno dei primi grandi avvocati in Italia a vestire, allo stesso tempo, la toga accademica e quella forense. Il saggio intende indagare quest’ultimo aspetto, sottolineando il tentativo di Mancini – convinto sostenitore dell’abolizione della pena di morte – di salvare come avvocato i suoi clienti dalla pena capitale attraverso la sua abilità retorica.

Pasquale Stanislao Mancini, escaped from the Kingdom of Naples in 1849 and accepted in Turin, was one of the first great lawyers in Italy who wore, at the same time, the academic and the legal toga. The essay intends to investigate this latter aspect, underlining the attempt by Mancini – a committed believer of the abolition of the death penalty – to save as a lawyer his clients from the capital punishment through his rhetorical ability.

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