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Fino ad epoche relativamente recenti, la popolazione femminile è stata sottomessa ad una capitis deminutio basata sulla considerazione che fosse intellettivamente inferiore all’uomo. In questo senso l’ordinamento giuridico la considerò come una eterna minore di età, sminuendo la sua capacità giuridica e di agire, subordinandola inoltre alla direzione maschile. Questa è stata in sostanza la sua situazione lungo il XIX e XX secolo, con la sola eccezione del regime della Seconda Repubblica, periodo durante il quale è stata attuata un’ampia riforma dello Stato che introdusse istituti che furono etichettati come femministi. La presente ricerca analizza la situazione giuridica delle donne spagnole nel suddetto periodo storico, prestando speciale attenzione alla normativa civile, penale e del lavoro. Questo studio permette inoltre di presentare un abbozzo della realtà delle cittadine spagnole, mettendo in luce la dura lotta per l’uguaglianza dei diritti.
Until relatively recently, the female population has been subjected to a capitis deminutio based on the consideration that they were intellectually inferior to men. In this sense, the legal system considered them to be eternal minors, curtailing their legal capacity and ability to act, and subordinating them to male leadership. This was the situation during the 19th and 20th centuries, with the sole exception of the regime of the Second Republic, a period during which a wide-ranging reform of the State was carried out, establishing institutions which, such as divorce, have been characterised as feminist. The aim of this research is to analyse the legal situation of Spanish women during this historical period, paying special attention to civil, criminal and labour regulations. This study has allowed us to outline the reality of the situation of female citizens, highlighting the difficult struggle for equal rights.